Venerdì 22 marzo si è tenuto presso il ristorante “La Barcaccina” di Vada un incontro tra soci e loro ospiti. A questo appuntamento ha partecipato il nostro socio Alessandro Scappini, proprietario della cantina Il Castellaccio, che ha parlato del tema: “Il miracolo Bolgheri: dal latifondo alla DOC”.
La serata è stata presentata dal cerimoniere Piero Fontana a cui è seguito, dopo i consueti inni nazionali, l’intervento del Presidente Pierpaolo Paltrinieri che ha salutato gli invitati ringraziandoli della loro presenza. Paltrinieri ha poi continuato introducendo Alessandro Scappini, sottolineando l’impegno del socio sempre profuso nel mettere a disposizione delle iniziative del Club i prodotti provenienti dalla sua attività di vinicoltore. Alessandro, prendendo la parola, ha focalizzato la sua presentazione su quello che è stato definito, per il vino DOC di Bolgheri, un piccolo miracolo italiano.
Tutto è nato, ha spiegato Alessandro, con la legge Fanfani che introduceva l’abolizione del latifondo e quindi la ripartizione dei vari terreni. I Marchesi Incisa della Rocchetta, che erano già presenti sul territorio incominciarono a vendere alcuni terreni prima che venissero espropriati. In questa prima fase arrivarono persone dalle Marche e dall’Abruzzo per coltivare all’ortofrutta i terreni intorno a Bolgheri, che trovarono fertilissimi, in quanto tale zona, dalla via Bolgherese al mare, un tempo era una palude, bonificata da Leopoldo I di Toscana.
In questo periodo il Marchese Mario Incisa si appassionò al vino ed incominciò a produrre vini Cabernet Franc e Cabernet Sauvignon, ma questi vitigni non erano nell’uso comune e nei palati della gente abituati al Sangiovese e quindi erano ritenuti non buoni. Si arrivò agli anni 70 e in quegli anni ci fu un grande comunicatore, vale a dire il Sig. Veronelli. Il Marchese interpellò Veronelli invitandolo a fargli visita a Bolgheri, perché voleva mostragli le sue cantine e soprattutto fargli assaggia-re il vino da lui prodotto, che riteneva ottimo.
Veronelli venne a Bolgheri e si innamorò del vino prodotto dal Marchese. Dopo questo incontro successivamente nacque l’evento che dette il là alle denominazioni del vino di Bolgheri e al Sassicaia. Venne infatti indetta una selezione da una testata giornalistica importante, Decanter, dove tutti i vini francesi, con l’etichetta oscurata, vennero messi a confronto con il Sassicaia. Il risultato fu che il Sassicaia vinse, era l’anno 1985, e da lì l’ascesa, come importanza del vino Sassicaia, fu inarrestabile. A quel tempo i marchigiani, che erano già stanziati sul territorio, cavalcando l’onda del Sassicaia incominciarono a produrre vino sull’esempio del Marchese Incisa, contribuendo alla ricchezza dei vigneti.
Il miracolo di Bolgheri, ha poi spiegato Scappini, coincide con tutta una serie di fattori microclimatici, tra cui la percentuale di piogge annuali, che rendono il territorio simile a quello di Bordeaux e per questo che i vini con taglio bordolese hanno avuto così successo in quel-la zona. Alessandro ha raccontato come il suo lavoro nacque dalla passione del nonno per il vino, il quale piantò dei vitigni Sangiovese, che però non sono quelli del Bolgheri DOC che richiede un taglio bordolese, vale a dire il Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Merlot e Sirach. Quest’ultimo in realtà non fa parte del taglio bordolese, ma è presente nel Bolgheri che ha una denominazione più ampia che consente addirittura di inserire nei tagli anche dei vitigni nazionali ma con una percentuale intorno al 30%.
Un’altra cosa che ha reso speciale il vino di Bolgheri è la vicinanza al mare e il vento che porta il salmastro riducendo l’umidità, quest’ultima molto dannosa per la produzione di vino.
Alessandro si è poi soffermato sull’evoluzione delle coltivazioni a viti di Bolgheri che, se in un primo periodo erano considerate quelle delle zone in basso, adesso i grandi produttori si stanno trasferendo verso la collina di Castagneto che offre altre caratteristiche per la coltivazione.
La corsa dei grandi produttori ad accaparrarsi più terreni nella zona sta lasciando delle “ferite” sul territorio, perché si preferisce togliere gli ulivi presenti sul terreno per fare spazio ai vigneti, ma tutto questo ormai fa anche parte dell’evoluzione che il territorio naturalmente sta vivendo.
Cosa interessante Scappini ha voluto precisare è che il vino di Bolgheri non è tutto uguale come qualcuno vorrebbe far pensare, perché le faglie presenti hanno caratteristiche diverse. Negli anni Novanta il Professore Scienza fece la prima zonazione importante andando a de-terminare quelli che erano i tagli che potevano descrivere la base ampelografica della denominazione stessa. Quindi, ha concluso Alessandro, faglie diverse portano ad un risultato diverso sul vino stesso anche per produttori con vigneti vicini.
Prima della fine della serata Pierpaolo Paltrinieri ha invitato alcuni soci per ricevere il riconoscimento per il numero di anni di iscrizione al Club.
Le premiazioni hanno riguardato i seguenti soci:
• Lido Signorini per i suoi quarantacinque anni da socio.
• Paolo Mandrich per i suoi trent’anni da socio.
• Francesco Posar e Ivo Baggiani per i loro venti anni da socio.
• Alessandro Scappini per i suoi tredici anni da socio.
• Alessandro Lenzi per i suoi dieci anni da socio.
Infine il presidente Pierpaolo Paltrinieri ha ringraziano i presenti e ha provveduto a dare il tocco alla campana per sancire la fine della serata.