Inflazione ed aumento dei tassi

Prima di parlare di note dolenti vediamo cosa è successo nella nostra regione nell’anno appena trascorso. La stagione turistica ha chiuso un anno soddisfacente e grazie alle temperature favorevoli l’attività si è protratta per tutto il mese di ottobre . Genericamente nel primo semestre del 2022 tutti i settori produttivi hanno registrato incrementi di fatturato mentre per gli ultimi mesi dell’anno iniziano lievi rallentamenti dovuti soprattutto al perdurare della guerra in Ucraina, agli aumenti di gas e energia e al difficile approvvigionamento di materie prime e semilavorati.
Cosa aspettarci per il 2023? Probabilmente un inizio in lieve recessione sperando in un miglioramento nella seconda parte dell’anno.
Mai avremmo pensato di vedere la guerra alle porte dell’Europa. Al di la del dramma umanitario i contraccolpi economici sono stati pesanti per aziende e famiglie. Il tasso di inflazione si attesta oltre il 10% , l’aumento dei prezzi è trainato del costo del gas e dell’energia che ha inevitabilmente innescato aumenti a cascata su tutti i settori spesso motivati da fattori speculativi.

Per la Banca Centrale sarebbe stato più facile combattere una spinta inflazionistica da eccesso di domanda ma purtroppo siamo di fronte ad una inflazione importata che si combatte molto peggio, la cura dell’aumento dei tassi porterà nei prossimi mesi i risultati sperati ma purtroppo la soluzione non sarà né breve né indolore per famiglie e aziende, passeranno infatti diversi mesi prima che finalmente i prezzi tornino a calare.
Ma concretamente che effetti hanno generato questi aumenti? Distinguiamo tra imprese e famiglie.
Le imprese, soprattutto quelle energivore hanno visto moltiplicare i costi di produzione e solo parzialmente potranno ribaltare gli aumenti subiti verso i consumatori finali. Inoltre la minore liquidità sul mercato contrarrà i finanziamenti dalle banche generando ulteriori difficoltà prefi-gurando quindi una decelerazione dell’attività economica nel breve periodo.
Le famiglie invece dovranno fare i conti con l’aumento delle bollette, del carrello della spesa e delle rate di mutuo. I tassi sono infatti aumentati di oltre 2 punti percentuali e nel breve si ipotizzano ancora almeno altri 2 aumenti nei prossimi mesi da parte della Banca Centrale. Tra l’altro, proprio per non alimentare i consumi e quindi l’inflazione, non si stanno adeguando i salari ampliando così la platea delle famiglie in difficoltà. Recentemente l’ISTAT ha stimato in 5 milioni le persone in soglia di povertà, cioè persone che non fanno regolarmente la spesa, che non possono accendere i riscaldamenti , che non hanno di fatto un’esistenza dignitosa.
Vediamo come cercare di contrastare questa sfavorevole situazione. Non è il momento di andare in banca a rinegoziare il tasso di un mutuo acceso a suo tempo a tasso variabile con un fisso; ci troveremmo a pagare un tasso molto alto e non beneficeremmo di una prossima diminuzione che è ragionevole immaginare..

Chi si trova in questa situazione ha infatti beneficiato fino a pochi mesi fa di un tasso irrisorio e dovrà pazientare qualche mese prima di vedere la sua rata diminuire di nuovo. Sarebbe però opportuno tutelarsi per l’immediato futuro richiedendo alla propria banca di bloccare la rata. Questo consentirebbe di non in-correre in ulteriori aumenti che avrebbero come conseguenza un allungamento del mutuo stesso dando alla famiglia certezza di quanto pagare.
Quanto dobbiamo aspettare per vedere un miglioramento? Sostanzialmente sono 3 i fattori di incertezza che oggi dominano i mercati: l’inflazione e la guerra, che sono strettamente connessi e la pandemia soprattutto per il modo in cui verranno affrontati i prossimi contagi, mi riferisco soprattutto alla Cina.
Qualche spiraglio, con un po’ di ottimismo, in inizia a intravedere.

 

Fabrizio Mannari

Direttore Generale Castagneto Banca 1910